MENOPAUSA E PAVIMENTO PELVICO

IL RUOLO DELL’OSTETRICA

Lostetrica può fornire le informazioni ed il supporto riabilitativo necessario per superare problemi legati alla disfunzione del pavimento pelvico, supportando la donna nel prendere coscienza del perineo e guidandola nella rieducazione perineale.

Eventi fisiologici come la menopausa indeboliscono l’uretra e le strutture coinvolte nella continenza per il venir meno del supporto ormonale al trofismo di queste strutture. Infatti, tra i fattori di rischio da prendere in considerazione quali cofattori nella genesi dell’insorgenza dell’incontinenza urinaria in particolar modo:

  • l’età (e quindi i cambiamenti ormonali post menopausa),
  • il numero di gravidanze
  • l’obesità.

Il Congresso mondiale sulla menopausa (Roma, Giugno 2011), ha documentato che solo una donna su dieci ha il coraggio di parlare col proprio medico sulle problematiche dell’apparato genitale legato alla menopausa, nonostante la metà dei casi porti a interrompere l’attività sessuale e nonostante le nuove terapie danno ottimi risultati contro tutti i sintomi. Con ciò la presenza e la competenza ostetrica sono fondamentali per la risoluzione di tali problematiche.

La fase peri-menopausale rappresenta un fondamentale periodo di passaggio nella vita di una donna. Il sostegno dell’ostetrica può essere importante nelle donne con particolari disturbi legati ai cambiamenti fisiologici della menopausa.

L’ostetrica può dare informazioni utili su come affrontare questo momento, sia dal punto di vista fisico che psicologico: abitudini, stile di vita, fumo, alimentazione, attività fisica, fitoterapici, l’orientarsi verso una figura medica ginecologica in caso di patologie o sospetti diagnostici patologici, supporto emotivo, supporto nel cambiamento fisico con attenzione al perineo, rieducazione e/o riabilitazione del pavimento pelvico, sostegno di coppia all’affettività e alla sessualità in cambiamento.

Riferimenti bibliografici:

  • “LINEE GUIDA AOGOI: Raccomandazioni clinico pratiche in peri-post menopausa e terza età (2007)”
  • “Libro Bianco sull’incontinenza urinaria, FINCO, ottobre 2012”
  • “Alimentazione in menopausa. Domenica Arcari Morini, Anna D’Eugenio, Fausto Aufiero Pubblicazione: Milano: Red, 2004.”

POESIA

ALLATTAMENTO A RICHIESTA

“Se a richiesta vuoi allattare
il tuo bimbo vai a guardare
niente orari né bilancia
è una cosa un po’ di pancia
non dar retta a Tizia e Tizio
che ti dicono: “Ma è un vizio!!”
allattare non è solo
un “fast food” dato al volo,
è conforto, è medicina
è la mamma lì vicina
fa dormire, fa calore
ti disseta, è puro amore.
E se hai dubbi sul tuo latte
non dar retta a storie matte
una pesata ogni sette dì
E controlla la pipì!

E se senti mal di schiena
non è colpa della luna piena:
andrà meglio la poppata
Se ti metti stravaccata.
Sui cuscini ti distendi
il bimbo sopra poi ti prendi;
lui da sé si attaccherà,
senza affanni popperà.

A chi chiede con gran cruccio
“Perché tu non gli dai il ciuccio?”
tu rispondi senza meno 
che per quello ci sta il seno;
120 milion d’anni
che funziona senza danni:
se non dà fastidio a me,
perché deve darne a te?

Ciucci, biberon, girelli,
passeggini, giocarelli,
dande, baby-citofòn,
seggioloni e carillòn,
le scarpette col plantare,
pannolini per il mare,
le cremine per il seno,
carrozzine con il freno,
gocce, infusi, integratori,
le cullette coi motori,
la tutina strafirmata,
la cuffietta ricamata,
il servizio “prima pappa”,
il lettino che “t’acchiappa”,
le babbucce fatte a maglia,
tutta questa cianfrusaglia
non mi serve, no, davvero:
braccia e tette a costo zero!

Ce l’hai il latte? è un po’ piccina…
quanto ha preso stamattina?
Ma ti mangia? sembra moscio…
non hai il seno troppo floscio?
Ma ti dorme? è buona? è brava?
Non ti far trattar da schiava…
Hai le occhiaie… sei un po’ giù…
quanti chili hai messo su?
Non mangiare questo e quello,
prendi infuso al finocchiello,
Non stressarti, te lo vieto
o il tuo latte sa d’aceto!
Niente sole o ti si cuoce,
e se è rancido gli nuoce;
non ti devi affaticare
se non vuoi farlo guastare,
bevi birra, senti a Zia,
niente sugo, fa allergia!

Nonne, suocere, cognate
e le altre imparentate,
la barista, la portiera,
quel passante di iersera,
luminari patentati,
dotti, esperti accreditati,
azzittatevi, perché
so sbagliare anche da me!

Ed a chi mi da consigli,
come crescere i miei figli,
dico: Passa un po’ al mattino
con cornetto e cappuccino,
fai la spesa, fa’ il bucato,
fammi un po’ riprender fiato,
lava un po’ di pavimenti,
fammi pranzi succulenti,
rigovernami il lavello,
lo stendino è nel tinello,
c’è la scopa in ripostiglio,
e a me lasciami mio figlio!

Ma lo allatti ancora tu?
Ormai il latte non c’è più!!
non la dare ad ogni quando,
che ti sta manipolando!
La tua bimba è assai furbetta,
non gli dare sempre retta,
te la sei proprio cercata,
ché l’hai male abituata!
devi esser senza cuore 
o ti sveglia ogni due ore,
porta chiusa e luce spenta,
se la bimba si lamenta
tu ti affacci un momentino
e gli fai un bel discorsino:
“Amor mio e di papà
noi due stiamo un po’ di là,
ecco qui, mettiti sotto,
tu ci hai il ciuccio e l’orsacchiotto”.
Urla? Piange? Ha rigettato?
Non restare impressionato
cambia il letto, poi va via,
è per la sua autonomia!

Tracy Hoggs ed Estivil,
Tipi tristi, oscuri e vil,
alla larga, state indietro
con il vostro credo tetro!
Nella notte s’ode un pianto,
ecco qui, le sono accanto…
dò la tetta… tutto tace…
ecco, scende una gran pace.

ACQUA E ARMONIA DEI SENSI IN GRAVIDANZA

La diade in comunicazione

L’acqua è elemento che culla.

Nel grembo materno il bambino è immerso nel liquido amniotico, che svolge diverse funzioni, di cui la più importante è la protezione; ciò è reso possibile grazie alla ridotta forza di gravità, che in acqua è di circa 7 volte minore rispetto alla terra. Inoltre il liquido amniotico é canale di emozioni, sapori e contatto per il feto che comunica trasversalmente con la mamma e l’ambiente famigliare.

La madre, una volta in acqua, attraverso il proprio movimento e benessere comunica con il feto e ha la capacità di sviluppare i propri cinque sensi nella piena completezza e consapevolezza.

L’elemento acqua é considerabile strumento idoneo per l’acquisizione di nuovi gesti, recuperare parte di movimenti o azioni già note, percezioni con i cinque sensi umani, ma dimenticate e di potenziare capacità residue al fine di permettere alla persona di raggiungere l’autonomia.

La donna ha la possibilità di apprendere il proprio sentire.

In conclusione è possibile sostenere che l’acqua sia il mezzo attraverso cui ogni persona possa scoprire le proprie caratteristiche e capacitá individuali e trasformarle in punti di forza su cui poter costruire il proprio percorso di vita. L’acqua è elemento semplice e familiare che coinvolge contemporaneamente rilassamento e coinvolgimento energico, nell’intimità e nella dinamica, nella percezione di sé fino al raggiungimento dell’armonia dei sensi.

I cinque sensi nel grembo materno

Il primo senso che sviluppa il feto e che gli appartiene maggiormente è il tatto: il tatto é il contatto con se stesso in primis, e con il mondo circostante successivamente.

Il feto percepisce il calore e l’umiditá dell’ambiente intrauterino, il cordone ombelicale, la placenta e le pareti muscolari uterine in cui é avvolto, oltre che il liquido amniotico in cui è immerso. Il feto é sempre in contatto con qualcosa nel suo mondo acquatico, motivo per cui nel mondo extrauterino richiede spesso contatto, carezze e massaggi che svolgono un ruolo importante nell’adattamento del neonato perché mantengono l’armonia sensoriale che si era sviluppato nel mondo intrauterino.

Il secondo senso più sviluppato del feto é l’udito: il feto riconosce le voci, i suoni, i rumori materni e il respiro materno con cui convive, la musica che la famiglia é solita ascoltare, i rumori accidentali.

I suoni rientrano nell’abitudine del feto da quando inizia a sentire, e ancor di più lo rientrano se abitudinari come la voce del papà, degli animali domestici e la musica che, inoltre, in quanto suoni abituali tranquillizzano il feto e tranquillizzeranno anche il neonato nel mondo extrauterino. Crescendo nel liquido amniotico e nel grembo materno, il feto percepisce la voce materna dall’interno, e perciò diversa da come sarà nella realtá, motivo per cui nella fase di transizione e adattamento extrauterino non la riconoscerá subito, ma divenendo voce abituale, la armonizzerà nella sua quotidianitá con le sue conoscenze apprese nel mondo uterino.

Il terzo é il gusto, il cui ruolo fondamentale é svolto dal liquido amniotico: il liquido amniotico è un fluido biologico che prende il sapore dall’alimentazione materna, cosí come fará il latte materno che, per agevolare la sopravvivenza del neonato nell’adattamento extrauterino, avrà quindi sapore simile al liquido amniotico. Abitudine del feto che porta a un fattore positivo nel riconoscere la pluralità dei sapori giá nel grembo materno.

Il quarto senso è l’olfatto grazie al quale il feto percepisce i diversi odori: il liquido amniotico e liquido seminale, se i genitori hanno avuto rapporti in gravidanza, vengono riconosciuti dal feto giá nel grembo materno, e dopo la nascita ciò porterá al riconoscimento della mamma e del papá, dell’odore del latte e della pelle materna grazie all’olfatto e agli odori abitudinari appresi in gravidanza.

Il senso meno sviluppato é invece la vista: il feto percepisce i cambi di luce, giornalieri e notturni, in utero, ma niente di più. Nella vita extrauterina sarà agevolato da colori contrastanti e la messa a fuoco a non meno di 30cm: requisiti naturali per l’allattamento.

Perciò il liquido amniotico é condizione prima ed essenziale per l’ esistere, lo svilupparsi, il percepire e il vivere del feto. Essendo questo liquido in continuo movimento, culla il nascituro e, come sopra spiegato, trasmette tutti i messaggi più soffusi dell’ animo materno oltre che permettere conoscenza e percezione al feto stesso, permettendogli di raggiungere una propria armonia dei sensi.

Si può inoltre dire che esiste un sesto senso del feto: consiste nelle emozioni e nel saperle percepire attraverso gli ormoni materni già nel grembo materno, abilità importante per entrare in contatto con la madre e instaurare un legame stabile.

Grazie alle sue capacità sensoriali e al mondo acquatico in cui si ritrova, il feto ha esperienze armonizzate di contatto verso l’esterno, l’interno e nella relazione.

La donna e l’acqua in gravidanza

L’acqua è l’elemento femminile per eccellenza: coccola, sostiene, massaggia, nutre, contiene e procrea; infatti la vita nasce nell’acqua.

Essa è elemento naturale che ci accompagna nel grembo materno e l’immersione in acqua della donna gravida non fa altro che condurla verso un piacevole ritorno ad uno stato di benessere sensoriale e di abbandono delle proprie difese.

L’acquaticità in gravidanza aiuta la donna a:

  • praticare un sano movimento,
  • vivere meglio i cambiamenti del proprio corpo,
  • affrontare con intimità e tranquillitá le proprie paure e aspettative dovute alla gravidanza e tutto ciò che gli appartiene,
  • prepararsi con maggiore consapevolezza e coscienza al momento del travaglio e del parto.

E’ un importante strumento di aiuto nel far percepire alla donna le modificazioni del proprio corpo indotte dalla gravidanza e le proprie percezioni dovute al cambiamento, nell’armonia dei sensi di questo particolare momento della vita che è la gravidanza. L’acqua scioglie tensioni, sostiene e permette l’abbandono e l’apertura, anche grazie alla produzione di endorfine e il rilassamento prodotto dall’acqua stessa.

I movimenti devono essere lenti e ampi rispetto l’inerzia e la mobilità in acqua. C’è sempre una fase iniziale di adattamento che porta piano piano al lasciarsi andare e a prendere fiducia con l’acqua, con se stesse e il proprio corpo, con le proprie capacità motorie e percettive dell’esterno e del proprio interno, della relazione unica con il feto. La dinamicità dell’acqua culla, abbraccia e muove il corpo e la mente della donna che non ha mai la possibilità di fermarsi dal punto di vista percettivo perché c’è sempre qualcosa di nuovo che l’acqua permette di sentire.

Il silenzio in acqua, se viene ricreato, permette la soddisfazione dei bisogni di ogni donna che riesce a prendere consapevolezza del proprio corpo e del proprio sentire, ponendo l’attenzione sul proprio respiro e movimento.

Nell’acqua il flusso dell’informazione tattile e bidirezionale: vi è la sensazione di contatto, con se e con l’acqua, e di sostegno dell’acqua stessa. Il corpo inconsapevolmente si muoverà in acqua nella ricerca del contatto: non solo per la mobilitá e la libertá che la donna ricerca per il proprio benessere di salute, ma anche per creare quell’ambiente intimo tra se e il proprio bambino in grembo che solo l’acqua è in grado di ricreare nel favorire così lo scambio di amore e carezze senza che ci siano interferenze esterne.

L’acqua permette di percepire il proprio corpo nella sua totalità, di coglierne maggiormente le emozioni e di comprenderne le necessità: l’acqua è elemento di conoscenza e racchiude la possibilità di sperimentare tutte le percezioni sensoriali della persona, oltre che l’avvicinamento con il proprio bambino dato che si percepiscono suoni ovattati, luci confuse, odori e gusti, contatto con se, il bambino e il mondo esterno unicamente attraverso il tatto, come avviene nel feto in tutta la sua vita intrauterina.

Vi é allora un immedesimarsi della donna in acqua con il proprio bambino e con ciò che percepisce.

L’intimità é dovuta al rilassamento che induce l’acqua: ciò favorisce l’ascolto del proprio corpo e la comunicazione con il bambino; e grazie all’instaurarsi di una precoce relazione mamma-bambino, fondamentale nel periodo prenatale, l’acqua aiuta le due figure a conoscersi, ad amarsi e a rispettare i tempi di entrambi.

L’esperienza che la gestante compie in acqua è ricca di scoperte tattili e fisiche, la donna sperimenta ed apprende il concetto di tridimensionalità, provando ad immergersi, riemergere e galleggiare, la donna inoltre riscopre il proprio corpo, le proprie abilità e capacità motorie oltre che sensoriali e di relazione con il feto.

L’acqua favorisce i rapporti interpersonali, privilegia le relazioni affettive, sollecita esperienze sensoriali e corporee; il percorso di adattamento all’ambiente acquatico si rivela un’esperienza di tipo globale, infatti tutte le sfere della personalità, psicologica, sensoriale, motoria, cognitiva e sociale, vengono coinvolte in tale processo permettendo un’importante armonizzazione dei sensi della donna che entra così più facilmente in relazione con se stessa e il bambino.

Conclusione

Il bambino è un essere profondamente relazionale, in grado di comunicare e di dare e ricevere amore giá nel grembo materno. Durante la gestazione il feto è continuamente stimolato da flussi esperenziali che danno consistenza al suo io in modo armonico: le stimolazioni, le emozioni, il rapporto col mondo intrauterino e con il mondo esterno sono forze fondamentali.

L’acqua quindi deve essere utilizzata come ponte che unisce l’universo mamma con l’universo bambino, poiché tali esperienze aiuteranno la creazione del rapporto unico che si instaurerà tra i due.

Per la mamma l’elemento dell’acqua in gravidanza permette il riconoscimento e la presa di coscienza del miracolo della gravidanza stessa e che un qualcuno cresce dentro di se; attraverso l’acqua si può sentire, instaurare, crescere e mantenere quel particolare dialogo tonico, poichè composto anche da movimenti, con il feto in grembo che, in modo ugualitario, percepisce il mondo con i cinque sensi attraverso, principalmente, il liquido amniotico e il corpo e l’anima materna.

Infine, l’acqua deve essere vista come elemento amico e creatore di legami, fortificatore di se e delle proprie capacità e percezioni, potente strumento di aiuto che può dare beneficio e sollievo se usato correttamente: elemento basilare per una buona interazione e armonia.

L’acqua è preziosa sia per il bambino che per la madre, in particolare per ripristinare l’equilibrio generale oggi spesso compromesso dai ritmi della quotidianità e per riscoprire in piena consapevolezza le proprie capacità e abilitá percettive, portando all’armonia dei sensi e, in questo caso, della relazione della diade madre-bambino.

Ostetrica Michela Gualandris

… lasciami ascoltare , lasciami sentire ciò che il suono dell’ Acqua dice al cuore …

J. W. GOETHE

Bibliografia

  • Eric Franklin, Visualizzazione e movimento, 1998, RED edizioni
  • Erik Sidenbladh, Nascere nell’acqua. Uno straordinario approccio all’acquaticitá. 2005, RED edizioni
  • Paola Greco, Renato Palma, Preparazione acquatica al parto. Un programma di esperienze in acqua, 1997

Le donne forti

Le donne forti le riconosci, non passano inosservate.
Quando camminano senti la loro presenza, quando arrivano senti che qualcosa cambia.
Non sono donne facili, perché non si accontentano, perché vogliono e cercano qualcosa di più. Non hanno paura delle sfide per trovare ciò che hanno nel cuore, non hanno paura nemmeno di soffrire per inseguire i loro ideali.
Non vogliono piacere a tutti le donne forti, vogliono piacere soprattutto a se stesse. Quando le donne forti ti guardano non vedi solo i loro occhi. C’è qualcosa di più. È la loro anima che scorgi, ha il colore del sole e la luce della luna.
Quando le donne forti si muovono non c’è solo il loro corpo ma ci sono anche i loro sogni, le loro speranze, la fiducia che hanno in se stesse e negli altri.
Le donne forti non sono come tutti gli altri, ascoltano anche il loro lato più istintivo, ridono e piangono senza vergognarsi e se ne hanno voglia si siedono per terra o camminano scalze come se fosse la cosa più normale del mondo.
Le donne forti non sono donne che non sbagliano mai ma sono donne che affrontano i loro sbagli con la forza dell’anima. I fallimenti e le sconfitte diventano terreno fertile per imparare, per migliorare. Diventano il luogo dove l’anima trova gli spazi per crescere.
Le donne forti sono in grado di vestirsi di niente ma di sembrare tutto. È la loro anima che le veste, è la forza di se stesse che le circonda. Ed è proprio questa loro presenza, a volte difficile, che merita di averle conosciute.
 
S. Oberhammer